La porta chiusa e la felicità
In bagno, per ragioni di privacy, teniamo la porta chiusa. Lì dentro, tra le altre cose, proteggiamo gelosamente i nostri pensieri, e nella nostra beata solitudine leggiamo o controlliamo mail e social. Scorrono semplici pensieri, o ragionamenti complicati, come ad esempio decodificare il significato della felicità. Io penso che la felicità sia composta di piccoli flash, di picchi di esaltazione con l’adrenalina a mille. Dura poco però, pochissimo …
È difficile, di questi tempi, avvicinare la felicità alle nostre vite complesse. Non siamo mai soddisfatti di ciò che c’è. Io dico che sono le piccole cose che ci fanno fare il respiro più lungo e appagante. Ecco che, grata, mi sorrido dentro. Questa serenità che oggi ho raggiunto mi fa dire che forse, ma si dai, sono felice. Felice di pensare con la mia testa, e questa coscienza critica mi fa scegliere quello che per me è giusto, corretto. Vivere e non sopravvivere è una grande conquista.
Qui in bagno ho finito, è arrivato il momento di tirare lo sciacquone, girare la chiave e aprire la porta.