Tempo fa mi sono imbattuta in una foto che ritraeva una bambina che teneva stretta a sé un fagotto, presumibilmente una bambola di stoffa. Quest’immagine mi ha sbloccato un ricordo, di quando ero piccola e giocavo con le bambole. E quanto ho giocato con le bambole!!!
Almeno fino ai confini con l’adolescenza. Mi chiedo oggi quando finisce l’infanzia e quando comincia l’età adulta, l’età della consapevolezza di sé. Attorno a me non vedo molti bambini/ ragazzini ma, ogni tanto mi capita di osservarli, nei mezzi pubblici o per strada, ipnotizzati dal cellulare e isolati da tutto con le cuffie. Senza voler fare nessun tipo di analisi sociologica, é pur vero che questo profondo gap generazionale, sa tanto di incomunicabilità.
Come facciamo ad interagire se siamo tutti isolati e come posso chiedere una qualsiasi cosa se interrompo un viaggio in rete? Si muovono in gruppo ma, sono così lontani… Non che noi adulti siamo meglio… In bici, in macchina, per strada. Quando capiremo la differenza tra l’uso e l’abuso di certi strumenti, forse ricominceremo semplicemente a parlare e ci accorgeremo che… la primavera sta cominciando a cantare….